STUART COTTERELL | Sopravvivere nella natura delle highlands
- giuseppe de biasio
- 17 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 18 mag

E' stato un vero piacere condividere una settimana con Stuart lungo la NC500 durante la conduzione del gruppo UnicornoPiemonte/Tour2000.
Sono rimasto particolarmente colpito dalla sua vocazione: il profondo legame che ha con la natura e il suo lavoro nell’ambito delle tecniche di sopravvivenza.
Che tipo di esperienze offrite a chi partecipa ai vostri viaggi o corsi?
L’azienda madre si chiama Elite Endurance Events. Le aziende che fanno parte di questo gruppo sono:
Primal Adventure / Bushcraft and Survival
Highland Kings
SOE - Special Operations Executive
Primal offre eventi su misura: da viaggi di lusso con trattamento a 5 stelle fino ad esperienze più spartane, dormendo sotto le stelle. Organizziamo eventi privati, aziendali, addii al celibato/nubilato, compleanni e anche esperienze individuali. Offriamo guida fuoristrada (4X4), tecniche di sopravvivenza nella natura, tiro a segno, Highland Games, degustazioni di whisky, solo per citarne alcuni.
Highland Kings è una ultramaratona esclusiva e rivoluzionaria, ambientata nella natura selvaggia. Ideata da ex forze speciali, copre 100 miglia in tre giorni attraverso sentieri impervi e passi montani nel cuore di Glencoe.
SOE Expeditions organizza spedizioni d’avventura ispirate alle operazioni delle forze speciali e dei sabotatori della Seconda Guerra Mondiale, in Europa, Asia e Nord Africa, ricreando alcune delle missioni più audaci e riuscite di quel periodo.
A che età hai sentito per la prima volta il richiamo della natura e delle abilità di sopravvivenza?
Intorno ai 9 o 10 anni, lavoravo nella fattoria di mio zio e sentivo di appartenere a quel mondo. Quando non ero in fattoria, passavo i weekend nei boschi locali e mi sentivo a casa. A 16 anni sono entrato nelle forze armate, e non ci ho più pensato molto, ma nel tempo libero scalavo montagne e facevo varie attività all’aperto eppure mancava sempre qualcosa. Poi sono andato nella giungla in Belize e lì ho capito: il mio posto è nella foresta. È stato in quel momento che ho realizzato che quella era la mia vera dimensione.
Quali sono le priorità fondamentali per la sopravvivenza quando si viene colti di sorpresa nelle Highlands, soprattutto con un meteo così imprevedibile?
Le priorità di sopravvivenza sono piuttosto standard, e usiamo un sistema chiamato MPLAN:
M – Medical (Medico): affrontare subito eventuali problemi medici, da un piccolo taglio a una frattura.
P – Protection (Protezione): trovare un riparo o accendere un fuoco per proteggersi dagli elementi — caldo intenso, freddo, vento, pioggia. Può bastare una giacca appesa sopra di te o un rifugio costruito con rami e fogliame.
L – Location (Posizione): cercare di capire dove ci si trova usando una mappa o elementi naturali visibili (colline, montagne, edifici…).
A – Acquisition (Approvvigionamento): valutare l’equipaggiamento disponibile, proprio o del gruppo: cibo, utensili, rifugi, abiti caldi.
N – Navigation (Navigazione): usare mappa o territorio per orientarsi e uscire dalla situazione.
È sempre bene essere preparati: potresti pensare di avere con te troppo materiale, ma anche per una semplice gita di un giorno è meglio essere pronti, potrebbe trasformarsi in un'odissea di più giorni.
Quali piante o risorse naturali delle Highlands trovi più utili per cibo, fuoco o riparo?
La Scozia ha moltissime risorse utili. Ad esempio, la betulla è ottima per accendere un fuoco, per l’acqua e anche per preparare un tè con le sue foglie, ricche di proprietà curative. Anche il cardo, simbolo iconico della Scozia, è molto utile: dalla sua linfa si possono ricavare benefici per la salute e serve anche per accendere il fuoco.
Puoi condividere una tecnica di sopravvivenza tradizionale delle Highlands che ancora usi o insegni oggi?
Una tecnica antica è trasportare il fuoco. Nelle Highlands, a causa del clima imprevedibile, i viaggiatori dovevano portare con sé una brace viva, non un vero fuoco, ma una piccola brace accesa. Usavano un fungo raccolto sugli alberi che, una volta acceso, rimaneva incandescente per ore. Di tanto in tanto soffiavano su di esso per ravvivare la brace, fino a quando non era il momento di accendere un fuoco più grande. È una tecnica che uso ancora oggi e che insegno ai miei allievi.
Grazie Stuart, speriamo di incontrarci ancora questa estate per nuove avventure!

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