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LA GAVETTA REALE | Il sogno d'argento nel fango della brughiera



La trovi conservata nel National Museum of Scotland, non e’ neanche tanto bene illuminata, forse perche’ cela gelosamente una storia.  Era il 16 aprile 1746 quando venne raccolta sul campo di battaglia di Culloden dalle giubbe rosse vittoriose sui clan giacobiti in fuga.

Non è solo un oggetto del passato: è una chiave per comprendere l’anima stessa del movimento giacobita. Parla di fedeltà e sacrificio, di sogni e disfatte, del potere che gli oggetti possiedono nel tramandare la memoria di chi li ha portati con sé.

Questa gavetta da viaggio è molto più di un semplice manufatto: è una reliquia di sfida, lealtà e di un sogno infranto. Adornata con il distintivo a tre piume del Principe di Galles, incarna la pretesa di Carlo Edoardo Stuart al trono, una rivendicazione sollevata contro il peso della dinastia Hannover. Il coperchio, cesellato con cardi, con l'immagine di Sant'Andrea e il motto solenne Nemo Me Impune Lacesset, è un grido d’orgoglio scozzese, un monito che chiunque osi sfidare la Scozia lo farà a proprio rischio e pericolo. Ogni dettaglio rimanda alla nobile tradizione dell’Ordine del Cardo, un’onorificenza che gli Stuart brandivano come diritto divino e simbolo della loro legittimità.

Ma non sono solo i simboli a rendere questa gavetta straordinaria: è la mano che l’ha creata. Ebenezer Oliphant, discendente della fiera famiglia giacobita degli Oliphant di Gask, non impugnò la spada per il suo principe, ma mise la sua arte al servizio della causa. Questa non era una semplice gavetta: era un messaggio inciso nell’argento, un oggetto prezioso che accompagnò nella sua marcia verso la gloria e il disastro.

Questa gavetta non fu solo testimone della storia, ma la attraversò. Viaggiò con Carlo Edoardo Stuart – in Scozia conosciuto come Bonnie Prince Charlie -  mentre radunava i clan delle Highlands, assaporò la vittoria a Prestonpans, lo seguì nella sua avanzata nel cuore dell’Inghilterra e nei giorni in cui Londra tremò alla sola idea del suo arrivo. Fu lì, a Derby, quando il sogno iniziò a incrinarsi; fu con lui nel lungo ripiegamento verso la Scozia, nella vittoria amara di Falkirk, e infine nella tragica mattina di Culloden.

E quando i cannoni tacquero, quando il sogno giacobita giaceva spezzato nelle brughiere insanguinate, la gavetta era ancora lì. Era ancora tra i bagagli del Principe Carlo Edoardo quando fuggì dalla disfatta, simbolo silenzioso della speranza che si rifiutava di morire.

 

1 Comment


Guest
Mar 16

Aneddoto coinvolgente per sosta a Culloden.

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