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ACQUA POTABILE | Come arrivava nella vecchia Edimburgo



Tutti hanno bisogno di acqua ogni giorno nelle loro case, giusto? Beh, per i cittadini di Edimburgo del passato, ottenerla era più un’odissea che una semplice apertura del rubinetto. I pozzi della Città Vecchia erano spesso poco affidabili, specialmente nelle estati secche, il che significava che gli abitanti dovevano andare a rifornirsi fuori dalle mura. Dove? Alle sorgenti degli Esausti - Wells o' Wearie – che si trovavano ai piedi delle colline di Holyrood. Il tragitto era lungo e faticoso ed arrivare a casa con il secchio pieno era un’impresa olimpica.

Un sospiro di sollievo avvenne nel 1674 quando un geniale tedesco o olandese di nome Peter Brusche decise di cambiare le cose, progettando un sistema di distribuzione idrica. La grande idea? Un bacino idrico in cima alla collina del Castello (Castlehill), con l’acqua che scorreva per gravità dalla localita’ di Comiston, a più di 3 miglia di distanza. Per segnare l’altezza della sorgente, qualcuno con una certa dose di fantasia conficcò una palla di cannone nel muro di una casa di fronte al bacino. Non ho ancora ben capito il motivo, forse perché Edimburgo non fa mai le cose in modo banale.

L’acqua veniva distribuita attraverso tubi sotterranei, inizialmente di piombo che si rivelò costoso, pesante e un po’ velenoso. Così vennero sostituiti con tubi di legno, ricavati scavando interi tronchi d’olmo, il legno adatto per lo scopo perché non si decompone facilmente con l’umidità.

L’acqua forniva dei grandi pozzi in muratura sparsi per la città. Ce n’erano più di una dozzina, cinque dei quali ancora visibili lungo il Royal Mile. Qui la gente faceva la fila, spesso fino a notte fonda, aspettando il proprio turno per riempire i secchi. Per evitare ingorghi e confusione il comune apriva le fonti dalla mezzanotte alle tre di mattina. Chi aveva più soldi, invece, assumeva un facchino dell’acqua (water caddy) il primo servizio di consegna a domicilio, molto prima di Deliveroo...

Nel 1790 i tubi di legno iniziarono a essere sostituiti da quelli in ghisa, e finalmente nel 1822 l’acqua arrivò direttamente nelle case.

Addio lunghe code notturne, addio bicipiti scolpiti dal trasporto dei secchi, e benvenuta vita moderna!

 
 
 

1 Comment


Guest
Feb 19

Tanto si è fatto per avere acqua corrente comoda in casa, per ritornare noi alla fatica del trasporto con l'acqua per dissetarci proveniente da fonti sorgive e travasata in bottiglie, a volte invecchiata di qualche anno.

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