Sono un vassallo del prof. Alessandro Barbero, non lo nascondo. Puoi immaginarti quanto mi sia sentito privilegiato incontrarlo all’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo e ricordare assieme a lui un personaggio del medioevo che collega Dante e la Scozia: un certo Michele Scoto.
La Scozia, ai tempi di Sommo Poeta, era un piccolo paese ai confini d’Europa ma già’ nel Duecento ebbe persone di una certa influenza nel pensiero occidentale, uno tra queste era Michael Scot, astrologo, matematico, filosofo, divulgatore delle teorie arabo-aristoteliche di Averroè.
Conosceva molte lingue e tradusse i pensatori aristotelici e i filosofi arabi.
La storia ci narra che Michele Scoto, nato un secolo prima di Braveheart, si trasferì’ in Italia presso la corte di Federico II (1220) di Svevia.
Convinto protettore di artisti, studiosi e poeti, l’imperatore amava circondarsi di persone colte e lo volle al suo fianco. Gli era arrivata notizia che in Scozia quest’uomo era diventato una leggenda grazie alle sue capacita’ divinatorie e conoscenze scientifiche.
E Federico II seduto tra i suoi saggi membri della sua corte di Palermo, sceglieva proprio Michele Scoto per chiedere spiegazioni sull'origine di fenomeni naturali e questioni divine: perché i vulcani Mongibello e Stromboli eruttano fumo e fuoco? qual è il fondamento della terra? in che modo essa stia ferma sull’abisso? dove si trova il Paradiso? Dove e come è seduto Dio? Che cosa fanno gli angeli mentre tengono compagnia al Signore?
La vita di Michele Scoto fu accompagnata da leggende che gli attribuivano poteri soprannaturali tra cui la capacita’ di spaccare montagne.
Federico II ne fu ammaliato, ma settantanni dopo Dante, chino ora sulla sua scrivania, lo e' un po’ meno. Si ferma un attimo, e intingendo il pennino nell’inchiostro, non esita a spedirlo all’Inferno descrivendolo come colui "che veramente / delle magiche frode seppe il gioco" (XX, 116 s.)
Oltre a trovare un posto statale presso la corte di Federico II, Michele Scoto si ritrova cosi a prendere un posto fisso a tempo indeterminato, nella bolgia degli indovini.
“Si e’ sistemato!” Esclamo' il professor Barbero.
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